Cos'è
Sabato 9 novembre, alle ore 16:00, nella Sala Proiezioni della Biblioteca Malatestiana, sarà presentato il libro “Palazzo Chiaramonti” edito dalla Società di Studi Romagnoli e a cura di Michele Andrea Pistocchi e Daniele Pascale Guidotti Magnani. Il pomeriggio, a ingresso libero e gratuito, sarà introdotto dall’Assessore alla Cultura Camillo Acerbi, e vedrà la partecipazione del Vicepresidente della Società di Studi Romagnoli Marino Mengozzi, del Direttore scientifico della Biblioteca Malatestiana Paolo Zanfini, del Presidente di Italia Nostra Luciano Terranova e di Cristina d’Ottaviano Chiaramonti, erede della famiglia Chiaramonti.
Leon Battista Alberti nel De re aedificatoria indica la finalità dell’architettura: per l’utilità degli uomini, per “rendere felice la vita”. Dunque la dimora riveste eminente valore sociale e ciò attesta già la storia: non è un caso che l’opera albertiana ricalchi il De architectura di Marco Vitruvio Pollione. Non si dà famiglia senza casa, luogo necessario alla sua esistenza storica.
In questo volume Michele Andrea Pistocchi e Daniele Pascale Guidotti Magnani accompagnano il lettore in “una dimora degna di un papa”, il palazzo cesenate Carli Chiaramonti, legato alla memoria di Pio VII. Il lettore trova la narrazione puntuale delle vicissitudini di questo nobile edificio, transitato per permuta il 15 giugno 1807 dalla proprietà Carli a quella Chiaramonti ad opera dei nipoti del pontefice: una dimora tuttora di proprietà della famiglia, che la vive e la custodisce. Pistocchi e Guidotti Magnani descrivono con documentata meticolosità le vicende familiari ed edilizie di questo palazzo, alquanto complesse: dalle fasi costruttive originarie ai molteplici interventi operati dai Carli prima e dai Chiaramonti poi.
Questo ricco profilo monumentalizza una storica dimora cesenate, indissolubilmente legata a un grande pontefice, che nel lungo soggiorno del 1814 la trasformò temporaneamente in un piccolo Vaticano. Anche i palazzi, come i libri di Terenziano Mauro (III secolo d.C.), habent sua fata”.