Cos'è
Un viaggio nell’infanzia del primo Novecento per capire come la guerra, la morte eroica, il virilismo, l’esaltazione della divisa e delle armi divennero pane quotidiano per le bambine e i bambini italiani.
Sabato 6 aprile, alle ore 16:30, negli spazi espositivi della Galleria Pescheria, sarà inaugurata la mostra “Educati alla Guerra - nazionalizzazione e militarizzazione dell’infanzia nella prima metà del ‘900”, realizzata e curata da Gianluca Gabrielli, dottore di ricerca in History of education all’Università di Macerata, distribuita dallo studio Pro Forma Memoria in convenzione con l’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna e proposta dall’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Forlì-Cesena, in collaborazione con il Comune di Cesena.
Il tema della mostra è ampiamente trattato dal curatore Gianluca Gabrielli nel volume omonimo, “Educati alla guerra. Nazionalizzazione e militarizzazione dell’infanzia nella prima metà del Novecento” (Ombre corte, 2016).
La prima metà del Novecento ha visto l’apice dello scatenamento bellico di tutta la storia dell’umanità. I due conflitti mondiali non solo hanno provocato milioni di vittime ma hanno reso la guerra un’esperienza quotidiana per gran parte della popolazione europea e mondiale. In questo contesto, l’infanzia è stata precipitata sul campo di battaglia.
Per il futuro della nazione, la costruzione del sentimento nazionale doveva passare anche attraverso i bambini e le bambine, che vennero quindi progressivamente fatti oggetto di propaganda e di educazione patriottica. Gran parte di questa nazionalizzazione avvenne sotto il segno del militarismo e del bellicismo: mentre i padri e i fratelli combattevano al fronte, in famiglia e a scuola i bambini e le bambine venivano coinvolti in vario modo affinché dessero un loro peculiare contributo – che fosse la corrispondenza con i soldati al fronte o la raccolta di metalli per la nazione in guerra. In Italia, che in questo periodo fu responsabile anche di due guerre di conquista coloniale e visse l’esperienza del fascismo al potere, tale processo di nazionalizzazione dell’infanzia fu sicuramente tra i più continui e intensi di tutta Europa.
A partire dalle ore 17:00, il curatore Gabrielli proporrà una visita guidata di un’ora, anche finalizzata alla formazione di guide e insegnanti che intendono portare autonomamente le proprie classi/gruppi.
Sarà possibile visitare la mostra fino a domenica 5 maggio nei seguenti orari: venerdì 16:30-19:30; sabato, domenica e festivi 10:30-12:30 e 16:30 – 19:30. L’ingresso è libero e gratuito.
Si effettuano aperture su prenotazione anche per gruppi di 5 o più persone con anticipo minimo di 72 ore allo 0547610892 o prenotazioni@comune.cesena.fc.it.
Gianluca Gabrielli è dottore di ricerca in Storia dell’educazione all’Università di Macerata. Con Davide Montino ha curato La scuola fascista (ombre corte, 2009) e con Alberto Burgio è autore di Il razzismo (Ediesse, 2012). Ha inoltre pubblicato Il curricolo “razziale”. La costruzione dell’alterità di “razza” e coloniale nella scuola italiana (1860-1950) (Eum, 2015). Ha contribuito alla realizzazione delle mostre La menzogna della razza (1994), I problemi del fascismo (1999), Il mito scolastico della marcia su Roma (2012).