Descrizione
Si è tenuto nella sala “Sozzi” del palazzo del Ridotto di Cesena, al cospetto di circa 120 studenti della scuola secondaria di primo grado “Viale della Resistenza”, un incontro con Vera Šnábl e Federica Ugolini, rispettivamente figlia e nipote di Hanuš Šnábl, la cui vita fu salvata da Nicholas Winton all’alba della seconda guerra mondiale. L’evento, celebrato nel giorno della liberazione della Cecoslovacchia al termine della seconda guerra mondiale, è stato proposto a studenti di classi prima, seconda e terza che hanno visto il film “One life” che narra le vicende di Nicholas Winton, uno dei fautori dell’operazione Kindertransport che salvò 669 bambini ebrei prima dell’inizio del conflitto mondiale, provenienti dalla Germania nazista e dai territori occupati. L’ultimo treno, il nono, con 130 bambini a bordo tra cui il fratello di Šnábl, fu bloccato dai nazisti e i piccoli non si salvarono.
Sir Nicholas Winton (1909-2015) è stato un filantropo britannico che, nella sua lunga vita, si è speso tanto per la cura agli anziani. È noto per aver organizzato nel 1939, ancora ventenne, il salvataggio di 669 bambini, soprattutto ebrei, da Praga a Londra, a bordo di otto treni sigillati. La sua opera è diventata di dominio pubblico molti anni dopo, nel momento in cui la moglie trovò appunti e documenti nella soffitta della loro abitazione. La vicenda è narrata nel film di recente distribuzione “One life”, con A. Hopkins.
Nel 1988, quando il famoso programma televisivo della BBC “That’s life” scoprì la storia, invitò Nicky in uno studio alla presenza di molti ospiti, raccontò quel che aveva fatto, mostrò le poche foto che documentavano la vicenda, e chiese se in studio ci fosse qualcuno che avesse a che fare con il salvataggio dei bambini, addirittura se fra il pubblico ci fossero degli ex bambini salvati: si alzarono tutti i presenti, tutti “Winton’s children”. Per la prima volta si vide un Nicky commosso, qualche lacrima, lui che aveva sempre ripetuto umilmente ai pochi informati che “semplicemente era una cosa che si poteva fare, che si doveva fare, e che è stata fatta”.