“Quella volta che suonai davanti al Papa”, l’affettuoso ricordo di Franco Severi del Museo Musicalia di Villa Silvia Carducci

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Accadde il 16 giugno 2016 in occasione del Giubileo dello Spettacolo viaggiante

Data pubblicazione:

22 Aprile 2025

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“Lo spettacolo viaggiante e popolare è la forma più antica di intrattenimento; è alla portata di tutti e rivolto a tutti, piccoli e grandi, in particolare alle famiglie; diffonde la cultura dell’incontro e la socialità nel divertimento. I vostri spazi di lavoro possono diventare luoghi di aggregazione e di fraternità. Perciò vi incoraggio ad essere sempre accoglienti verso i piccoli e i bisognosi; ad offrire parole e gesti di consolazione a chi è chiuso in sé stesso”. Sono le parole che papa Francesco il 16 giugno 2016 rivolse ai partecipanti al Giubileo dello Spettacolo viaggiante incontrati, per l’occasione, nella sala Nervi, in Vaticano.

 

Tra i 5 mila invitati, tra loro circensi e fieranti, giostrai, lunaparkisti e artisti di strada, madonnari e componenti di bande musicali, c’era anche Franco Severi, presidente dell’Associazione musica meccanica italiana e gestore del Museo Musicalia a Villa Silvia che ricorda con grande affetto quella giornata fatta di arte, creatività e, naturalmente, spettacolo.

 

“La morte del Santo Padre – commenta Severi – mi ha riportato alla mente un ricordo speciale. Nella Sala Nervi nel corso del Giubileo dello Spettacolo di Strada del 2016 ho avuto l’onore di incontrarlo e di suonare per lui. In quell’occasione mi esibii mostrando alla nutrita platea un organetto di Villa Silvia Carducci che riproduce la nota sinfonia di ‘O Sole Mio’. Il Papa ne fu particolarmente entusiasta e mi volle donare un rosario che conservo gelosamente”. Quel giorno inoltre rappresentanti della Fondazione Franco Severi Onlus e dell’AMMI (Associazione Italiana di Musica Meccanica) misero in scena una tipica situazione dei musici di strada dell’Ottocento.

 

Tra un’esibizione e l’altra il Papa invitò l’assemblea ‘ad avere cura della vostra fede’. “Trasmettete ai vostri figli – si raccomandò – l’amore per Dio e per il prossimo: il cammino della bellezza. E raccomando alle Chiese particolari e alle parrocchie di essere attente alle necessità vostre e di tutta la gente in mobilità. Possiate sempre svolgere il vostro lavoro con amore e con cura, fiduciosi che Dio vi accompagna con la sua provvidenza, generosi nelle opere di carità, disponibili ad offrire le risorse e il genio delle vostre arti e delle vostre professioni. E voi non potete immaginare il bene che fate: un bene che si semina. Quando suonavano quella bella musica del film “La strada”, io ho pensato a quella ragazza che, con la sua umiltà, il suo lavoro itinerante del bello, è riuscita ad ammorbidire il cuore duro di un uomo che aveva dimenticato come si piange. E lei non lo sapeva, ma ha seminato! Voi seminate questo seme: semi che fanno tanto bene a tanta gente che voi, forse, mai conoscerete… Ma siate sicuri: voi fate queste cose”.

Ultimo aggiornamento: 22/04/2025, 09:28

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