Descrizione
Questa mattina l’area verde collocata tra le vie Prima Marzolino e Piemonte, a Case Finali (nel quartiere Fiorenzuola) è stata intitolata a Ermanno Bazzocchi, nato a Tradate nel 1914 e morto il 6 luglio 2005, a 91 anni, ma di lontane origini cesenati (il padre Giulio Bazzocchi emigrò da Cesena a Milano per trovare lavoro e poi si trasferì a Tradate, in provincia di Varese, dove aprì un negozio di ottica che ancora oggi continua la sua attività gestito dalla nipote Anna). Alla cerimonia di intitolazione hanno preso parte il Sindaco Enzo Lattuca, il Generale dell’Aeronautica militare Amedeo Magnani, i familiari di Bazzocchi.
“Oggi, con questa intitolazione, rendiamo omaggio a un valore, un’eccellenza, un professionista che ha fatto la storia dell’ingegneria. Noto anche per essere uno degli ultimi a saper progettare interamente un aeroplano, il nome dell’ingegnere Bazzocchi rimarrà per sempre impresso nella storia dell’Aeronautica militare. Non a caso, la progettazione del MB 339 portò a definire universalmente Bazzocchi come ‘l’ultimo papà’ di un aeroplano, ovvero l’ultimo a progettare interamente un velivolo, e gli diede fama mondiale al punto che la sua creatura è oggi esposta al museo dell’aeronautica di New York nella sezione dei miti dell’aviazione. Cesenate d’origine, Bazzocchi a questa terra è rimasto legato per tutta la sua vita, e noi oggi lo ricordiamo anche per questo particolare attaccamento alla Romagna, a Cesena, a Cesenatico, dove trascorreva le sue vacanze”, le parole del Sindaco.
Bazzocchi è stato un ingegnere, dirigente d’azienda e politico, che lavorò principalmente presso l’Aeronautica Macchi di Varese, progettando diversi modelli di aerei. Conseguì la laurea in ingegneria meccanica con lode presso il Politecnico di Milano nel 1938. La sua vita professionale è nota soprattutto per la progettazione del Jet MB 339 (M sta per aeronautica Macchi, la ditta produttrice e B appunto per Bazzocchi) che per oltre quarant’anni è stato il Jet della Pattuglia Acrobatica Nazionale (PAN) più conosciuta come Frecce Tricolori. L’ingegnere ha sempre rivendicato con grande compiacimento le sue origini romagnole che, diceva, erano la componente passionale del suo carattere.
Le origini cesenati e gli studi. Il nonno Artidoro (al quale la città di Cesena ha intitolato una via) fu fervente mazziniano e combattente risorgimentale torturato e condannato a morte dall’esercito papalino, pena poi commutata in carcere duro. Bazzocchi conservava e mostrava con orgoglio la bolla di condanna del nonno. Ha sempre frequentato Cesena e la Romagna, prima per gli studi universitari poi per le vacanze estive, in particolare a Cesenatico dove amava andare per mare con la sua imbarcazione. La passione per il volo si palesò fin da giovanissimo con l’aeromodellismo (nel suo circolo di volo era socio anche il maestro Arturo Toscanini) e con la costruzione di alianti. La carriera scolastica fu sempre molto brillante fino alla laurea al politecnico di Milano di cui diventò anche docente.
In realtà la sua attività fu molteplice. Entrò alla Macchi nell’immediato dopoguerra, e vi rimase per tutta la vita lavorativa arrivando anche ad esserne amministratore delegato. In quegli anni progettò, nonostante l’embargo, nascondendolo sotto fascine di legna, il MB 308 più conosciuto come “macchino” che ancora oggi è oggetto del desiderio degli appassionati del volo al punto che numerosi esemplari sono ancora perfettamente in grado di volare e sono oggetto di grande ammirazione nelle manifestazioni aeronautiche in tutto il mondo. Impossibile elencare le macchine volanti progettate da Ermanno Bazzocchi e i record di velocità, consumo e altezza che ancora detengono. E’ bene ricordare però che la sua attività di progettista non si fermò solo agli aeroplani ma comprese, quando queste progettazioni erano precluse all’Italia uscita malconcia dalla guerra, anche motocarri, scooter e soprattutto carenature per moto da corsa di marche mitiche come la moto Guzzi, la Gilera e la Ducati e anche in questo caso ci furono record di velocità ancora oggi imbattuti. Non solo però successi e gloria ma anche grandi dolori come l’incidente di Ramstein in Germania del 28 agosto 1988 dove morirono 67 spettatori e 3 piloti per l’impatto fra due componenti delle Frecce Tricolori. Quel giorno Ermanno era a Cesenatico. Per la sua grande esperienza fu anche nominato perito per l’Arma Aeronautica nel processo per la strage di Ustica dove cadde in mare un DC 9 di Itavia.