Giovani che non studiano e che non lavorano, i risultati del progetto ‘Neetopia’ sviluppato dal Progetto giovani del Comune

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Sono 200 le ragazze e i ragazzi tra i 16 e i 25 anni intercettati, di cui 60 presi in carico

Data pubblicazione:

08 Aprile 2025

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Descrizione

Grazie alla partecipazione del Comune di Cesena all’Avviso pubblico Anci ‘Link! Connettiamo i giovani al futuro’, l’Ufficio delle Politiche Giovanili / Progetto Giovani ha portato avanti per 15 mesi il progetto Neetopia, dedicato alle ragazze e ai ragazzi Neet della città di età compresa tra i 16 e i 25 anni, e arrivato secondo a livello nazionale facendo balzare Cesena tra le prime grandi città d’Italia che attivano percorsi a favore dei giovanissimi. L’intero percorso sarà illustrato pubblicamente martedì 15 aprile dalle ore 16:00 alle ore 20:00 a Spazio Marte (via Silvio Corbari, 175, Cesena). È gradita conferma della propria partecipazione scrivendo a neetopia@comune.cesena.fc.it oppure contattando i numeri 3332409669 / 3332620758.

 

I ‘neet’ (Not in Education, Employment or Training) sono giovani che non studiano, non hanno un lavoro e non sono impegnati in percorsi formativi. Il progetto, concluso nel mese di febbraio 2025  e sviluppato dal Progetto Giovani - Ufficio Politiche Giovanili del Comune di Cesena con Federica Fantozzi nel ruolo di Tutor, nasce proprio con l’obiettivo di favorire percorsi di attivazione per le ragazze e i ragazzi del territorio che si trovano in questa condizione, ovvero che non sono impegnati in contesti formativi, lavorativi e/o sociali.

 

Nel corso dei 15 mesi di lavoro sul territorio è emerso un fenomeno molto variegato e complesso, con numeri talvolta preoccupanti. Nell’ambito di Neetopia sono infatti stati intercettati più di 200 giovani in situazione Neet, di cui 60 inseriti all’interno del progetto (tra i 16 e i 17 anni e tra i 21 e i 23 anni). Le richieste di adesione al progetto sono pervenute anche da territori esterni a Cesena e all’Unione Valle Savio, ma, nel pieno rispetto di quanto previsto dal progetto, hanno potuto partecipare esclusivamente i residenti nel Comune di Cesena o nei comuni della Vallata. Tutti i partecipanti avevano interrotto il loro percorso scolastico, inclusi ragazzi/e provenienti da percorsi universitari, licei, istituti tecnici e professionali, e non erano attualmente inseriti in un percorso lavorativo o in ricerca attiva. Le due fasce di età prevalenti sono state 16-17 anni e 21-23 anni.

 

A fronte delle 200 richieste presentate, la tutor ha potuto avviare percorsi individuali con 60 giovani in modo da garantire il giusto supporto a ciascun partecipante. Inoltre, alcuni ragazzi/e non sono stati ammessi al progetto in quanto la loro situazione non era compatibile con gli obiettivi fissati, ragione per cui sono stati indirizzati ad altri servizi.

 

Il progetto è stato articolato in tre fasi. La prima, l’intercettazione, caratterizzata da un’attività di mappatura del territorio, di formazione degli operatori e delle operatrici giovanili locali e di costruzione di una rete di stakeholder coordinata dall’Ente di formazione professionale Techné. La seconda, l’ingaggio, ha consentito di mettere in campo azioni dirette ai giovani, promosse e sviluppate dall’Educativa di strada, dagli operatori degli spazi giovanili del territorio e, soprattutto, dalla figura di una tutor che ha affiancato i ragazzi e le ragazze in un percorso individualizzato. La terza fase, dell’attivazione, ha dato modo ai giovani presi in carico di avviare percorsi a seconda degli interessi e dei bisogni. Tra le possibili modalità di attivazione rientrava l’inserimento in tirocini professionalizzanti, l’iscrizione a formazioni, la proposta di percorsi creativi, il potenziamento delle skills e l’accompagnamento ad eventuali altre realtà e servizi del territorio.

 

L’obiettivo di Neetopia era proprio quello di portare i ragazzi e le ragazze in questa situazione ad una qualche forma di attivazione e lo strumento utilizzato è stato quello della relazione diretta, individuale e personalizzata con i giovani, che ha permesso di strutturare percorsi calibrati ai bisogni specifici.

 

Nel periodo interessato sono stati attivati 6 tirocini; 11 percorsi di potenziamento delle soft skills (supporto psicologico); 4 borse lavoro/studio in ambito creativo; 9 formazioni; 3 percorsi lavorativi (non tirocini ma contratti di lavoro); 1 percorso di volontariato. Inoltre, sono stati inviati 30 ragazze e ragazzi ai servizi territoriali ritenuti più idonei per la presa in carico, nonché alle realtà del terzo settore e alle associazioni, offrendo loro la possibilità di vivere esperienze dirette.

 

I ragazzi coinvolti nel progetto sono stati accompagnati e supportati con l’obiettivo di sviluppare la loro autonomia, in modo che, al termine del percorso, fossero in grado di proseguire in modo indipendente, senza la necessità di ulteriori interventi. Ad esempio, alcuni ragazzi/e che hanno intrapreso un percorso lavorativo sono stati affiancati nel processo di inserimento nel mondo del lavoro, mentre altri, attraverso un percorso di orientamento, sono riusciti a rientrare nel sistema scolastico.
Quando, però, le circostanze richiedevano un supporto continuativo, grazie a una rete di collaborazioni con altri enti e servizi del territorio, i/le ragazzi/e sono stati indirizzati verso altri servizi pubblici. Questo approccio ha permesso di garantire una presa in carico più completa, rispondendo così ai bisogni specifici di ciascun ragazzo e assicurando che potessero continuare a ricevere il supporto necessario per affrontare le difficoltà individuali.

 

I dati descrivono in parte le proposte di attivazione che sono state finanziate grazie al progetto ma, in realtà, è anche emerso che spesso le proposte di un tirocinio o di una formazione erano fin troppo lontane ed eccessive rispetto alla situazione di fragilità, alle competenze, alla conoscenza di sé, alla visione di un futuro. Talvolta, infatti, è stato necessario ripartire dalle basi e individuare forme di attivazione alternative come la proposta del volontariato o della partecipazione a qualche forma di aggregazione sociale come lo sport o attività strutturate sul territorio. Ciò che si può affermare, inoltre, è l’estrema complessità del fenomeno dei Neet e le infinite sfaccettature che questo può assumere: dati e letteratura scientifica ce lo confermano e sottolineano. Anche su Cesena, rispetto ai/alle giovani che abbiamo conosciuto, le situazioni sono state le più differenti e la complessità che abbiamo toccato con mano è stata elevata. L’unico aspetto che accomuna questi giovani è l’assenza di una prospettiva, di una visione di sé nel futuro, spesso di una mancanza conoscenza di sé stessi, delle proprie capacità e competenze, delle proprio passioni.

Ultimo aggiornamento: 08/04/2025, 14:08

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